Pensiamo alla cosiddetta “sindrome del post-aborto”.
Sembrerebbe trattarsi di una malattia come tante: “sindrome ansioso-depressiva; colite psicosomatica; ipertensione arteriosa da stress..”. Ma la sindrome del post-aborto è anzitutto una paralisi dell’anima, e come tale solo il Figlio di Dio la può guarire radicalmente. I suoi sintomi sono una conseguenza della perdita della pace del cuore, poiché l’aborto è una tragedia che consiste anzitutto nella decisione omicida della coscienza personale, davanti a Dio, a se stessi e al bambino nel grembo.
Sembrerebbe trattarsi di una malattia come tante: “sindrome ansioso-depressiva; colite psicosomatica; ipertensione arteriosa da stress..”. Ma la sindrome del post-aborto è anzitutto una paralisi dell’anima, e come tale solo il Figlio di Dio la può guarire radicalmente. I suoi sintomi sono una conseguenza della perdita della pace del cuore, poiché l’aborto è una tragedia che consiste anzitutto nella decisione omicida della coscienza personale, davanti a Dio, a se stessi e al bambino nel grembo.
E se la coscienza sociale della gente sembra aver perduto il senso morale dell’abominevole delitto chiamato “interruzione volontaria della gravidanza”, una tale anestesia non riguarda, in profondità, la mamma che ha acconsentito all’uccisione del suo figlio, anche se in quel momento drammatico, o in quel periodo della vita, la voce della sua coscienza fosse stata tanto sottile da venire soffocata dal rumore sordo del turbamento, o dal chiasso delle ragioni più materiali e superficiali che l’hanno indotta a chiedere il certificato di morte per suo figlio.
Non poche volte, nel mio confessionale, ho ascoltato madri che per anni, perfino decine di anni, non avevano trovato il coraggio di varcarne la soglia dopo avere abortito. E quale gioia cresceva dentro di me, mentre le ascoltavo tra fiumi di lacrime, sapendo che di lì a poco sarebbe ancora una volta accaduto ciò che annuncia oggi il profeta Isaia: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati” (Is 43,18-25). Queste parole descrivono gli effetti vitali del Sacramento della Riconciliazione.
Si sente dire spesso che per perdonare è necessario dimenticare: non è vero e non è possibile!
Allo stesso modo in cui il paralitico non potrebbe alzarsi se gli si dicesse: dimentica le tue gambe, alzati! E’ Dio che cancella dalla Sua memoria i nostri peccati, come annuncia oggi Isaia, e di conseguenza il loro ricordo non è più velenoso per l’anima, perché il Suo perdono purifica la nostra memoria.
Ma ciò accade solo quando ci accostiamo al trono della sua Misericordia, nel confessionale, poiché dipende da noi rimuovere...l’eclissi.
L’uccisione di un figlio nel grembo, infatti, in qualunque modo e tempo avvenga, opera un’eclissi totale interiore che intercetta la luce e il calore del Sole divino che dimora nell’anima e le da’ la vita; di conseguenza l’intera persona è precipitata in una “foiba” di morte interiore. E adesso, chi può spostare il pianeta dal cielo dell’anima?
L’aborto è il più grande distruttore della pace del cuore di un genitore, specialmente della madre, ma anche del padre, poiché è un atto che devasta le radici dell’essere personale, ontologicamente caratterizzato dalla maternità e dalla paternità.
E’ stata la mano di Dio a plasmare la donna, comunicandole la maternità dell’essere. L’aborto non distrugge solo il bambino, ma anche la struttura materna personale della mamma, come le acque del diluvio distrussero tutto ciò che Dio aveva creato con mirabile ordine ed armonia perfetta.
E come Dio rinnovò la Sua creazione facendo “passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono.. ed ecco, la superficie del suolo era asciutta” (Gen 8,1.13), così Egli fa passare il medesimo Vento nel confessionale, cioè manda “nell’armadio” lo Spirito Creatore a guarire la coscienza della donna che ha abortito, sollevandola dalla paralisi interiore. Egli, infatti, “lava ciò che è sordido, sana ciò che sanguina, bagna ciò che è arido, scalda ciò che è gelido..” (Sequenza), operando dall’intimo dell’essere poiché “ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito (2Cor 1,21-22).
Certamente ciò non si realizza d’un tratto, o nel breve spazio di un pomeriggio in confessionale, allo stesso modo in cui, eseguito il trapianto del cuore, è poi necessaria per mesi la riabilitazione motoria. E’ necessario, allora, che il sacerdote diventi il padre spirituale che accompagna nel tempo la donna lungo il cammino di risurrezione intrapreso.
Ma intanto, giorno dopo giorno, non se ne va la gioia donata al primo avvio, perché Dio ha realmente pronunciato il Suo “SI’” (2Cor 1,19), ha davvero rimosso l’eclissi, ed ora il Sole splende con tutta la sua forza: “Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre” (Salmo 40,14).
Non poche volte, nel mio confessionale, ho ascoltato madri che per anni, perfino decine di anni, non avevano trovato il coraggio di varcarne la soglia dopo avere abortito. E quale gioia cresceva dentro di me, mentre le ascoltavo tra fiumi di lacrime, sapendo che di lì a poco sarebbe ancora una volta accaduto ciò che annuncia oggi il profeta Isaia: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati” (Is 43,18-25). Queste parole descrivono gli effetti vitali del Sacramento della Riconciliazione.
Si sente dire spesso che per perdonare è necessario dimenticare: non è vero e non è possibile!
Allo stesso modo in cui il paralitico non potrebbe alzarsi se gli si dicesse: dimentica le tue gambe, alzati! E’ Dio che cancella dalla Sua memoria i nostri peccati, come annuncia oggi Isaia, e di conseguenza il loro ricordo non è più velenoso per l’anima, perché il Suo perdono purifica la nostra memoria.
Ma ciò accade solo quando ci accostiamo al trono della sua Misericordia, nel confessionale, poiché dipende da noi rimuovere...l’eclissi.
L’uccisione di un figlio nel grembo, infatti, in qualunque modo e tempo avvenga, opera un’eclissi totale interiore che intercetta la luce e il calore del Sole divino che dimora nell’anima e le da’ la vita; di conseguenza l’intera persona è precipitata in una “foiba” di morte interiore. E adesso, chi può spostare il pianeta dal cielo dell’anima?
L’aborto è il più grande distruttore della pace del cuore di un genitore, specialmente della madre, ma anche del padre, poiché è un atto che devasta le radici dell’essere personale, ontologicamente caratterizzato dalla maternità e dalla paternità.
E’ stata la mano di Dio a plasmare la donna, comunicandole la maternità dell’essere. L’aborto non distrugge solo il bambino, ma anche la struttura materna personale della mamma, come le acque del diluvio distrussero tutto ciò che Dio aveva creato con mirabile ordine ed armonia perfetta.
E come Dio rinnovò la Sua creazione facendo “passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono.. ed ecco, la superficie del suolo era asciutta” (Gen 8,1.13), così Egli fa passare il medesimo Vento nel confessionale, cioè manda “nell’armadio” lo Spirito Creatore a guarire la coscienza della donna che ha abortito, sollevandola dalla paralisi interiore. Egli, infatti, “lava ciò che è sordido, sana ciò che sanguina, bagna ciò che è arido, scalda ciò che è gelido..” (Sequenza), operando dall’intimo dell’essere poiché “ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito (2Cor 1,21-22).
Certamente ciò non si realizza d’un tratto, o nel breve spazio di un pomeriggio in confessionale, allo stesso modo in cui, eseguito il trapianto del cuore, è poi necessaria per mesi la riabilitazione motoria. E’ necessario, allora, che il sacerdote diventi il padre spirituale che accompagna nel tempo la donna lungo il cammino di risurrezione intrapreso.
Ma intanto, giorno dopo giorno, non se ne va la gioia donata al primo avvio, perché Dio ha realmente pronunciato il Suo “SI’” (2Cor 1,19), ha davvero rimosso l’eclissi, ed ora il Sole splende con tutta la sua forza: “Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre” (Salmo 40,14).
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* Padre Angelo, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.