27 mag 2008

ANCORA VIOLENZA

I FATTI:
Studenti di destra e studenti di sinistra si sono picchiati pesantemente davanti alla Sapienza (Roma).
LE CAUSE:
Gli studenti di destra (Forza Nuova) avevano organizzato un convegno culturale e storico sulla drammatica questione dell Foibe dove i comunisti, finita la seconda guerra mondiale, massacrarono oltre 5000 italiani innocenti. Il preside di facoltà aveva autorizzato il convegno.
Ma gli studenti dei collettivi comunisti ieri hanno occupato la facoltà di lettere per impedire con la forza che il convegno si potesse tenere.
Oggi si è arrivati allo scontro fisico.
IL COMMENTO:
I comunisti hanno un rapporto ambilavalente con la proprietà privata: è da abolire se appartiene ad un lavoratore che deve essere espropriato del frutto del suo lavoro, ma se è uno spazio pubblico allora deve diventare proprietà privata loro, in cui solo loro decidono cosa si può fare e cosa non si può fare.
L'università è uno spazio pubblico, amministrato da funzionari e professori. Ma i comunisti non ci stanno ed occupano, si appropriano con la violenza di uno spazio di tutti perchè non è il preside che deve decidere quali convegni si possono tenere ma sono solo loro.
E' buono solo ciò che decidono loro. Gli altri non contano nulla.
Tutto ciò non mi meraviglia perchè nell'intero corso della loro secolare storia, senza nessuna eccezione, hanno saputo solo usare la violenza e la repressione per imporre il loro pensiero. Nessuno spazio per la libertà, nessuno spazio per il confronto. Pensiero unico, imposto con forza e violenza.
Si dà il caso che dei giovani di destra volevano far conoscere al mondo i crimini che i comunisti hanno perpetrato contro gli italiani innocenti. Si dà il caso che questi giovani avrebbero denunciato probabilmente anche le responsabilità di Togliatti nella strage degli italiani innocenti.
NIET. i COLLETTIVI COMUNISTI HANNO DETTO NO.
Nessuno deve sapere. L'università è cosa loro.
Speriamo che lo Stato si riappropri della sua autorità e faccia rispettare le leggi, impedendo prima di tutto che alcuni cittadini si impadroniscano con la forza di beni pubbici, di beni che appartengono a tutti.

25 mag 2008

CORPUS DOMINI

Oggi la Chiesa commemora e celebra la festa del Corpo del Signore.
Qualche riflessione:
Le parole di Gesù sono chiare: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo... se non magiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò nell'ultimo giorno." (Gv. 6, 51-58)
Non ci sono dubbi: essere cristiani significa mangiare il corpo di Gesù. E Dio ci ha fatto un dono immenso, ci ha offerto suo Figlio, il suo unico Figlio perchè ciascuno di noi, nonostante siamo cattivi, possa essere salvato. Possiamo non morire più. La morte è sconfitta. La vita per sempre ci attende.
Cosa dobbiamo fare? Mangiare il Corpo di Gesù.
E esiste un solo posto dove si può mangiare il corpo di Gesù: LA MESSA.
Sì, la messa non è nè più nè meno che una cena, una cena festosa. C'è la tavola con il mensale (altare) e c'è un piatto prelibato: Gesù stesso, corpo e sangue. Ma non i simboli di Gesù. Gesù stesso, vivo, in carne, sangue, peli, ossa. Il suo corpo reale, non la sua anima. Gesù nella sua materialità (atomi, molecole ecc.). E non è un cadavere ma un corpo vivo.
Durante ogni messa celebrata nel mondo avviene un miracolo pazzesco: ad un certo punto la gente porta del pane e del vino e li mette sulla tavola. Il celebrante alza le mani e le impone sul quel pane e su quel vino.
Scende allora lo Spirito Santo e trasforma la sostanza di quel pane e di quel vino che diventano realmente la materia, il corpo di Gesù di Nazaret (transustansanzione).
Dopo questo miracolo ognuno si avvicina e ne prende un pezzo, lo mette in bocca, lo ingoia. Ingoia Dio. Dio nello stomaco di ognuno di noi.
Che intimità assoluta! Che umiltà questo Dio che si lascia mangiare dagli uomini pur di restare con loro e trasformarli nell'amore, e salvarli per sempre.
La messa si chiama EUCARESTIA, che significa RENDERE GRAZIE.
Già perchè dovremmo davvero ringraziare Dio che ci ha dato l'opportunità di ripetere ogni giorno la messa che Gesù stesso ha celebrato per primo durante l'ultima cena (prima di essere ucciso e risorgere).
Eppure, mi capita spesso di sentire tanti, che dicono anche di essere cristiani, che non vanno messa perchè a loro non serve. Oppure quelli che vanno a messa solo per dovere, come per fare un piacere a Dio.
Roba da ridere, anzi da piangere.
Nessuno può dirsi cristiano se non va a messa e non mangia il corpo di Gesù.
Dovremmo essere impazienti della domenica per potere incontrare faccia a faccia la persona che diciamo di amare. E addirittura mangiarla, l'atto più materialmente unitivo che esiste.
No, noi diciamo di amarlo ma non vogliamo vederlo, non vogliamo sentirlo, ma vogliamo fare solo ciò che pare a noi.
Così accade che se le cose non vanno come diciamo noi è la chiesa che sbaglia.
Forse non amiamo Gesù, amiamo solo l'idea che ci siamo fatti di lui. Ed è un'idea che purtroppo rispecchia troppo il nostro io .

21 mag 2008

SCHIZOFRENIA CULTURALE

Le nuove tecnologie della comunicazione stanno creando una cultura diversa, una sensibilità diversa, una società diversa. La nuova scena della comunicazione, preparata dall' avvento di nuove tecnologie e caratterizzata dall'irruzione dei mass-media, produce effetti devastanti sulle abitudini, sugli usi sociali, sui modelli di comportamento, sul modo di ragionare, sulla percezione che abbiamo della realtà.
L'immagine "si mangia" la realtà. Esiste ciò che appare sul video, non esiste ciò che il video non fa vedere. Il video magicamente diventa un dio creatore della realtà. Un dio a cui ci inchiniamo e che adoriamo ad ogni ora del giorno e della notte. Se il video ci inonda di immagini di guerra nel Golfo, allora c'è la guerra nel Golfo. Ma siccome dall'isola di Timor non giungono immagini, o dal Sudan non si mostrano i cadaveri squarciati delle vittime di una carneficina, allora tutto questo non esiste, non è reale. Napoli sprofonda nella monnezza solo quando la TV ci propina due o tre giorni quelle immagini. La mucca pazza? E' un pericolo reale solo se il video ce lo fa percepire tale. La aviaria? Ve la ricordate? Sembrava immininte la fine del mondo quando il video per settimane ha terrorizzato la gente. Sono bastati alcuni mesi di silenzio per credere che il problema non sia mai esistito.
Non solo.
Quella dell'immagine è una informazione rapida, istantanea, immediata. Viviamo in una cultura dell'accelerazione (penso soprattutto ad internet). Tutto accade più in fretta. Le informazioni viaggiano alla velocità della luce e le nostre conoscenze invecchiano troppo rapidamente.
Di conseguenza la cultura diventa una cultura della frammentazione: piovono news da ogni agenzia, non c'è più tempo per un discorso unitario.
Ecco allora le inevitabili conseguenze: superficialità, superficialità, superficialità. Nella cultura della superficialità si registrano mille notizie e nessun filo conduttore, nessuna trama su cui inserirle, nessuna possibilità di approfondimento. L'informazione si dilegua senza lasciare segno e senso.
Nella scuola tutto ciò è molto evidente da parte degli alunni. Ed è preoccupante. Ma anche gli adulti diventano vittime inconsapevoli dell'immagine schizofrenica.
Si spegne la mente, si accende la TV.

16 mag 2008

SCIENZA E FEDE

" Il materialismo è privo di basi scientifiche e gli scenziati che lo difendono credono in realtà ad una superstizione. Il materialismo porta a negare la libertà e i valori morali, affermando che la morale sarebbe il risultato degli istinti materiali. Nega l'amore, che finisce per essere ridotto ad istinto sessuale. Per questo Popper ha detto che Freud è stato uno dei personaggi che ha arrecato più danni all'umanità nell'ultimo secolo. Popper ha anche comprovato che il metodo psicoanalitico di Freud non è scientifico, avendo lavorato per molti anni a Vienna in una clinica dove tale metodo veniva impiegato. In realtà sono molti gli scenziati non materialisti e credenti."
Sono parole scritte da John Cerew Eccles, premio nobel per neurofisiologia nel 1956 e coautore con Popper del saggio "l'io e il suo cervello". Sono parole di un grande uomo di scienza che ha compreso perfettamente che la scienza, senza fede, non va da nessuna parte.
Il riduzionismo scientifico, cominciato con il positivismo nell''800 e ripreso dalle correnti neopositiviste del '900, ha clamorosamente fallito. Aveva illuso l'umanità di essere onnipotente, di risolvere addirittura il problema della morte, di potere spiegare ogni cosa, ma ha miseramente fallito. Ed oggi nel panorama scientifico non c'è più posto per questi materialisti ed atei che hanno la presunzione di spiegare il mondo senza Dio.
Al contrario la vera scienza è quella che, non escludendo nessu riferimento spirituale e religioso, cerca di spiegare il mondo, nella consapevolezza dei limiti stessi dell'uomo.
Dunque nessun conflitto tra scienza e fede ma anzi una profonda collaborazione.
I più grandi scienziati della storia ce lo hanno insegnato che senza Dio non c'è risposta che tenga.
Per primo Aristotele, il medico - filosofo, che spiega il divenire del mondo con riferimento a dio, primo motore immobile.
Galilei, l'inventore della scienza moderna, il cui fine scientifico è stato quello di trovare le orme di Dio nella Creazione e contemplare l'opera matematica del Creatore.
Pascal, il grande matematico - filosofo, con il suo Dio, quello stesso di Abramo, Isacco e Giacobbe e con la "ragionevolezza del cristianesimo".
Cartesio, il matematico, con il suo Dio garante della verità.
Einstein, il più grande fisico del Novecento, afferma: "chi osserva l'universo e conosce le sue leggi non può non credere in Dio. Anzi, è proprio l'universo la prova inconfutabile dell'esistenza di Dio"
Berkley, Zichichi, Eccles e migliaia di ricercatori di livello mondiale, in ogni ramo della scienza, confermano che la vera scienza non può rinunciare a Dio.

15 mag 2008

QUESTIONE ROM

LA VITA, LA PROPRIETA' PRIVATA, LA LIBERTA' sono DIRITTI NATURALI.
Sono diritti inalienabili, uguali per tutti che appartengono alla natura stessa delle essere umano. Ce lo hanno insegnati i padri giusnaturalisti del '600 da Grozio a Loche, da Hobbes agli illuministi francesi e americani.
Lo stato positivo dunque nasce solo ed esclusivamente (o almeno, primariamente) perchè ciascun individuo possa godere dei propri diritti naturali. Insomma lo stato ha il ruolo di garante dei dirittti naturali, per cui il cittadino si rassegna ad obbedire alle leggi dello stato purchè lo stato gli garantisca di potere pienamente godere dei suoi diritti naturali. Lo stato insomma esiste perchè garantisca a ciascuno di potere vivere senza essere ammazzato per strada, di potere godere del frutto del proprio lavoro senza che nessuno te lo rubi, di potere esercitare la propria libertà senza che nessuno ti costringa a fare le cose che non vuoi fare.
Non ha altra ragione di esistere lo stato se non per garantire questi diritti.
Ora accade che in Italia, comunità intere di italiani, non possano godere dei propri diritti naturali a causa dei ROM (zingari).
Interi quartieri di città italiane sono praticamente sotto assedio dei ROM che stuprano, uccidono, rapiscono e vendono bambini, rubano nelle case, sfruttano la prostituzione, picchiano, minacciano, inquinano, sporcano, ecc.
Gli italiani sono vittime di questa barbarie e subiscono quotidianamento angherie e violenza. Vengono uccisi, vengono derubati, sono costretti a stare chiusi in casa per paura, a non fare uscire i propri figli per strada.
Di fronte a questa sistematica e palese violazione dei diritti naturali del cittadino, lo stato italiano, per tanti anni, non ha fatto proprio niente (ed in particolare le istituzioni governate dalla sinistra come a Roma o a Napoli).
Così accade che i delinquenti vengano arrestati per furto e dopo tre giorni siano ancora in libertà a sequestrare bambini. Lo Stato italiano non ha più garantito i diritti naturali ai suoi cittadini, dunque è venuto meno al suo dovere nel contratto sociale.
Sembra allora più che giustificata ogni reazione da parte delle vittime al fine di difendere i propri diritti. Di difenderli con ogni mezzo. Di difenderli in prima persona visto che lo stato non garantisce più niente.
Addirittura i più grandi politologi liberali ammetevano il diritto alla rivoluzione qualora lo stato venisse meno ai propri impegni sociali.
Ora sembra che le cose stiano cambiando, fortunatamente. Finalmente lo stato si rende conto di avere gravemente trascurato il proprio impegno principale nei confronti dei cittadini e di essersi solo preoccupato di spremerli e tassarli per i propri privilegi. Tra L'Italia di Prodi e la Francia dell'ancien regime non c'è nessuna differenza.
Finalmente la sicurezza è tornata al primo posto e già le prime centinaia di clandestini sono state sbattute fuori.
Un invito a tutti i cittadini esasperati dalla delinquenza comunitaria ed extracomunitaria: mantenete la calma, non difendetevi da soli, lasciate fare alle forze dell'ordine che sgombrino i campi nomadi (tra loro ci sono anche tanti bambini innocenti). Qualcosa sta cambiando, abbiamo fiducia! Ma vigiliamo e stiamo sempre pronti a difendere con le unghie e con i denti i nostri diritti naturali che nessuno, ma proprio nessuno, potrà mai levarci.
Un vento di destra sta soffiando e speriamo che riporti ordine e pace.

11 mag 2008

PADRINI DELLA LEGGE

GUARDATE CON ATTENZIONE QUESTA FOTOGRAFIA.
E' UN BAMBINO, NELLA SUA FASE FETALE, DI 24 SETTIMANE DAL CONCEPIMENTO. E' UN BAMBINO INTERAMENTE FORMATO (DAL SISTEMO NERVOSO CELEBRALE ALLE UNGHIE DEI PIEDI). E' UN BAMBINO CHE PROVA DOLORE FISICO (E' STATO CONFERMATO DA TUTTI GLI STUDI SCIENTIFICI). E' UN BAMBINO CHE HA OTTIME POSSIBILITA' DI SOPRAVVIVERE DA SOLO (FUORI DALLA PANCIA DELLA MADRE).
EBBENE, POICHE' QUESTO BAMBINO E' INDISCUTIBILMENTE UNO DI NOI (TUTTA LA SCIENZA MEDICA E' CONCORDE), IL SIG. FORMIGONI, PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA, HA DATO NUOVE LINEE GUIDA PER L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE SULL'ABORTO, AFFERMANDO CHE NON SI PUO' ABORTIRE DOPO LE 22 SETTIMANE E TRE GIORNI. INSOMMA, FORMIGONI, DI FRONTE ALLA EVIDENZA SCIENTIFICA ED ONTOLOGICA DI UNA VITA UMANA, HA STABILITO CHE QUEL BAMBINO NON SI PUO' UCCIDERE.
ACCADE PERO' CHE ALCUNI "MEDICI" ISCRITTI AL SINDACATO COMUNISTA CGIL FANNO OPPOSIZIONE. CHIEDONO CIOE' AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DELLA LOMBARDIA CHE FORMIGONI SIA FERMATO. VOGLIONO LA LIBERTA' DI POTERE UCCIDERE ANCHE BAMBINI ALLA 24ESIMA SETTIMANA.
LA SENTENZA DEL TAR E' USCITA IN QUESTI GIORNI: SI SOSPENDE LA DECISIONE DI FORMIGONI E SI PUO' CONTINUARE AD UCCIDERE BAMBINI ANCHE ALLA 24ESIMA SETTIMANA.
IL TAR DELLA LOMBARDIA CONDANNA A MORTE BAMBINI COME QUELLI DELLA FOTOGRAFIA.
LI CHIAMANO "GIUDICI". MA NON HANNO NULLA A CHE FARE CON LA GIUSTIZIA.
LI CHIAMANO "MAGISTRATI". MA NON HANNO NULLA DA INSEGNARE (DA MAGISTER = MAESTRO).
SAREBBE CORRETTO CHIAMARLI SEMPLICEMENTE "PADRINI DELLA LEGGE" PERCHE' SI LIMITANO A SORVEGLIARE, DIFENDERE E CURARE LA LORO CARA LEGGE CHE IN MOLTI CASI E' ASSOLUTAMENTE CONTRARIA ALLA GIUSTIZIA.
E LA COSA ANCORA PIU' TRISTE E' CHE IN POCHI GRIDANO ALL'ORRORE E ALLA BARBARIE DI FRONTE A QUESTO EVIDENTE CRIMINE.
I NOSTRI OCCHI SONO CHIUSI DAL RELATIVISMO ETICO, DALL'EDONISMO, DAL CONSUMISMO, DALLA LEGGE DEL PIU' FORTE.
E NON SIAMO PIU' IN GRADO DI RICONOSCERE LA REALTA', L'AMORE, IL SENSO DI UMANO CHE E' IN NOI.

9 mag 2008

ZOMBI DELLA VITA

Leggo, con il sorriso sulle labbra, alcuni interventi di risposta in cui si sottolinea con veemenza che il Papa non dovrebbe occuparsi di sessualità ma lasciare liberi gli uomini e le donne di fare ciò che vogliono.
Offro allora alcune riflessioni per il dibattito pubblico.
1) Il Papa non ha il potere di obbligare nessuno a fare alcunchè. Il Papa predica, come suo diritto e dovere, la Parola di Dio ed indica una strada di salvezza e di felicità per l'umanità intera (e non solo per i cristiani). Poi, ciascuno, nell'intimo del suo cuore e nella piena e necessaria libertà, sceglie cosa fare della propria vita.
2) Cosa predica il Papa? Non parla di leggi morali nè di regole di comportamento. Non mette divieti nè fa il fustigatore. Ci indica, ci suggerisce con amore, dove si trova la felicità a cui tutti aspiriamo leggittimamente.
Il consumismo, paradigma del nostro tempo, è vivere senza passato e senza futuro. Mancanza o rifiuto di radici e di memoria, mancanza o rifiuto di prospettive. Il passato sepolto da una cortina di nebbia, il futuro visto come un buco nero. Resta unicamente il presente. Sbiadito.
Ecco allora che in questo vuoto intervengono a gamba tesa i falsi profeti, gli inviati di Satana mascherati da professori, giornalisti, intellettuali, politici, che dicono: "la felicità è tutta nel presente. Godi finchè puoi e non pensare ad altro. Devi fare ciò che ti senti". E soprattutto in materia sessuale.
Insomma, bisogna riempire un vuoto esistenziale attraverso il CONSUMO del sesso, dei sentimenti, delle cose, degli affetti, dei valori naturali.
Ne deriva la banalizzazione radicale della vita, al dilà di ogni valore etico. In questo vuoto esistenziale esplode la nevrosi sessuale.
La vera malattia mortale che pervade la società europea contemporanea è l'indifferenza e il disinteresse a porsi la domanda sul senso della vita, più ancora che la mancanza di un senso.
In questa prospettiva interviene il Papa in materia di sessualità. Non per dare regole fredde e rigide, ma per salvare l'umanità dalla malattia mortale, per restituire un significato profondo e vero alla vita. Dunque la prospettiva è più alta.
La sessualità è il linguaggio dell'amore e della vita. E' dialogo silenzioso ma intensissimo di affetto, tenerezza, amore. In quanto linguaggio dell'amore e della vita, la sessualità è una delle forme più intense di comunicazione e di dialogo interpersonale.
Il Papa è preoccupato che il banalizzare la sessualità significa stravolgerne il significato più profondo, impoverirla, tradirla, significa insomma banalizzare l'uomo.
L'amore negli adolescenti è ancora troppo ingenuo e idealizzato. Non si ama la persona, si ama l'amore. Fare l'amore in questa fase significa donarsi a se stessi, cercare un appagamento interiore, illudendosi di donarsi all'altro. Dunque il sesso perde la sua capacità comunicativa più vera ma resta un "soliloquio".
L'apprendistato dell'amore ha bisogno ancora di tempo, di rinunce, di battere la testa nella durezza della realtà, di realistico controllo di sè, prima di sfociare nella profondità, unicità e definitività del fidanzamento e della scelta coniugale.
L'amore ha tre dimensioni:
a) DIMENSIONE BIOLOGICA: amore costruito sull'istinto
b) DIMENSIONE AFFETTIVO - SENTIMENTALE: aggiunge al puro e generico desiderio sessuale ("una vale l'altra") il legame personale. Ma è ancora una dimensione instabile ed illusoria ("tua per sempre") che segue il sentimento il quale come bandiera al vento muta, finisce, risorge e con esso si cambiano le coppie, i partners ecc. Anche molti adulti sono rimasti adolescenti nella capacità di amare (ed ecco spiegati tutti i divorzi e la difficoltà a mantenere stabile una relazione).
c) DIMENSIONE SPIRITUALE: non è più amare l'amore ma amare concretamente una persona con i suoi pregi e i suoi difetti superando l'egocentrismo adolescenziale nella gioia e nella donazione del far felice l'altro. E' questa la dimensione autenticamente umana in cui deve liberarsi la sessualità, che comunica realmente verso l'altro. E' questa la dimensione che il Papa indica a tutti gli innamorati. Crescere verso questo obiettivo per restituire senso alla vita e trovare la felicità, ma non quella usa e getta, ma quella che dura per sempre. I figli allora diventano l'incarnazione di questo progetto comune e la manifestazione di un autentico amore di coppia (che è tale solo se è aperto alla vita).
In una società in cui la sessualità è troppo spesso amputata delle sue diverse dimensioni e ridotta a "genitalità" avviene una dissociazione nei valori che la costituiscono: sesso, Eros e Agape.
L'ideologia del sesso facile degrada il valore della sessualità e fa della prestazione erotica il criterio di valutazione della virilità costringendo la donna al rango di puro strumento di consumo.

2 mag 2008

DITTATURA DEL RELATIVISMO

Le ideologie non fanno più paura. Ne ratifichiamo semplicemente la morte e le rimandiamo ai manuali di storia (sperando che gli autori le presentino nella completezza delle informazioni agli studenti). Comunismo, nazismo, fascismo, idealismo, positivismo ora si coniugano al passato, tempo in cui hanno lasciato morte e distruzione e solo macerie ai contemporanei.
Sono state un fallimento e dunque non fanno più paura.
Il vuoto è stato però colmato da una maledizione culturale ed etica che si chiama RELATIVISMO, E CHE COSTITUISCE IL VANGELO DEGLI EX COMUNISTI ORFANI DI MARX E LENIN.
Il motto del relativismo è: "l'uomo è misura di tutte le cose". Cioè nel mondo non esiste nessuna Verità assoluta ma diventa vero e reale solo ciò che l'individuo ritiene che lo sia. Non esiste la Verità oggettiva ma ci sono tante verità quanti sono gli individui nel mondo. E' vero tutto ed il suo contrario, legittime tutte le posizioni. Nessuno ha ragione e nessuno ha torto. Anche la scienza post positivistica ha approdato a tali conclusioni, che non esiste cioè una teoria più scientifica di un'altra.
Lo stesso discorso è valido sul piano dei valori etici. Il Bene e il Male sono invenzioni di altri tempi.
Ciò che conta sono i propri principi etici che cambiano a seconda della convenienza personale e che in nessun caso possono essere criticati. Il Bene, la Giustizia coincidono con ciò che per ciascuno è il bene e la giustizia, e dunque esistono nel mondo tanti parametri di bene quanti sono gli individui. Non esistono valori assoluti. Tutto diventa lecito ed ognuno pretende che i propri principi etici diventino diritti garantiti dalla legge.
Accade così che in Olanda nasca il diritto di formare un partito politico di pedofili oppure di uccidere i propri figli nati e cresciuti se sono handicappati.
Accade così che in Spagna ed orami in tutta Europa nasca il diritto di sposarsi tra omosessuali e addirittura adottare poveri bambini innocenti.
Accade così che bisogna levare il crocifisso dalle aule e togliere una cultura ed una fede millenaria perchè quattro stupidi fanatici si ritengono offesi.
Accade così che sciocchi uomini politici abbiano voluto cancellare, con un atto deliberatamente di falsità storica, le radici cristiane dell'Europa dalla nascente costituzione europea (speriamo che l'Europa unita si frantumi per sempre).
Accade così che certe donne si arroghino il diritto di ammazzare i propri figli perchè non li desiderano più.
Accade così che il sesso diventa libero e dunque bisogna darla a più non posso.
Insomma, in nome del relativismo (tutto è bene e tutto è male), ogni capriccio diventa un diritto.
I genitori non sanno più cosa insegnare ai figli, i professori devono rispettare il dio del relativismo ed insegnare il nulla ai propri ragazzi (visto che in qualsiasi modo scegli di fare lezione prendi una posizione in riferimento alla verità).
Il relativismo è talmente pericoloso che lentamente sgretola le fondamenta storiche, culturali, religiose e spirituali di un popolo trasformando così la nazione che ha un'anima in massa informe grigia e tiepida.
Una sola voce si leva nel mondo contro la dittatura del relativismo. E' quella del profeta ed intellettuale papa Benedetto XVI che invita i cristiani e i non cristiani a non arrendersi difronte alla disfatta del pensiero debole e a cercare la Verità assoluta che è Gesù Cristo morto e risorto per ciascuno di noi.
E' per questo suo coraggio, che nasce nella fede alla Verità, che il papa viene ogni giorno attaccato ed insultato. E' per questo che molti vogliono che il papa non parli nelle università, lo vogliono ridurre al silenzio. Lui osa distruggere il dio relativismo ed i capricci del peccato!