C'era una volta il sindacato.
C'è stato un tempo (dalla rivoluzione industriale agli anni '30) in cui le organizzazione sindacali di destra e di sinistra hanno lottato in favore dei lavoratori che rappresentavano. Il fine della loro azione sindacale, fatta anche di dura protesta e di sangue (sono stati uccisi molti bravi sindacalisti), era indirizzata realmente al bene dei lavoratori e delle loro famiglie. Hanno anche ottenuto molti diritti di cui godiamo tutti (anche se la grande riforma sociale in favore dei lavoratori è stata compiuta da Mussolini).
Quel tempo è finito da molti decenni e per lo meno negli ultimi 50 anni molti sindacati si sono trasformati in un clan di potere il cui fine è l'interesse personale del sindacalista sfruttando la questione dei poveri lavoratori.
Funziona così: il sindacalista contratta con il governo o con il datore di lavoro una determinata questione, chennesò, l'aumento dello stipendio di 200 euro. Minaccia la controparte di mobilitare i lavoratori e farli scendere in piazza dove ci potrebbe scappare anche il morto.
La controparte offre solo 50 euro di aumento e, a parte, prestigiosi posti di potere per il sindacalista e per la sua famiglia e per i suoi conoscenti, basta che non mobiliti nessuno. Il sindacalista accetta e dà al lavoratore le briciole mentre lui prende sempre più potere personale.
Accade così che in ogni settore della vita pubblica e privata i sindacalisti ricoprono il reale potere: nelle scuole fanno parte o presiedono le commissioni (quelle dove si percepiscono guadagni esorbitanti) più importanti, negli ospedali, nella magistratura, negli enti pubblici, nelle fabbriche. Loro vedono la propria carriera progredire velocemente e i lavoratori perdere il proprio potere di acquisto.
Non è un caso che le più alte cariche politiche ricoperte in Italia negli ultimi anni sono da parte dei sindacati (che non dovrebbero entrarci niente con la politica). Ma loro, i sindacalisti, hanno sfruttato ben bene i lavoratori per ottenere vantaggi personali e naturalmente stipendi altissimi. Vedi Bertinotti (ex presidente della Camera), vedi Marini (ex presidente del Senato), vedi Del Turco (ex presidente della Regione Abruzzo) e tanti altri. Tutti sindacalisti che, guarda caso, si sono ritrovati dall'altra parte della barricata. Una volta i sindacalisti litigavano con i governi politici. Oggi ne fanno parte.
La vicenda Alitalia ne è un'altra testimonianza.
Per il bene di noi tutti lavoratori auguriamoci che presto i sindacati spariscano dall'Italia. Paghiamo ancora le conseguenze economiche dei loro interessi privati.
5 commenti:
Caro Roberto sono ancora io, la sua adorata Varrilena e vorrei esporle uno dei miei pensieri più profondi dovuti alla mancanza di una visita psichiatrica che lei stesso mi ha consigliato. Il mio pensiero dovuto quindi a questa pazzia è che
c'è stato un tempo (dalla rivoluzione industriale agli anni '30) in cui le organizzazione sindacali di destra e di sinistra hanno lottato in favore dei lavoratori che rappresentavano. Il fine della loro azione sindacale, fatta anche di dura protesta e di sangue (sono stati uccisi molti bravi sindacalisti), era indirizzata realmente al bene dei lavoratori e delle loro famiglie. Hanno anche ottenuto molti diritti di cui godiamo tutti (anche se la grande riforma sociale in favore dei lavoratori è stata compiuta da Mussolini).
Quel tempo è finito da molti decenni e per lo meno negli ultimi 50 anni molti sindacati si sono trasformati in un clan di potere il cui fine è l'interesse personale del sindacalista sfruttando la questione dei poveri lavoratori.
Funziona così: il sindacalista contratta con il governo o con il datore di lavoro una determinata questione, chennesò, l'aumento dello stipendio di 200 euro. Minaccia la controparte di mobilitare i lavoratori e farli scendere in piazza dove ci potrebbe scappare anche il morto.
La controparte offre solo 50 euro di aumento e, a parte, prestigiosi posti di potere per il sindacalista e per la sua famiglia e per i suoi conoscenti, basta che non mobiliti nessuno. Il sindacalista accetta e dà al lavoratore le briciole mentre lui prende sempre più potere personale.
Accade così che in ogni settore della vita pubblica e privata i sindacalisti ricoprono il reale potere: nelle scuole fanno parte o presiedono le commissioni (quelle dove si percepiscono guadagni esorbitanti) più importanti, negli ospedali, nella magistratura, negli enti pubblici, nelle fabbriche. Loro vedono la propria carriera progredire velocemente e i lavoratori perdere il proprio potere di acquisto.
Non è un caso che le più alte cariche politiche ricoperte in Italia negli ultimi anni sono da parte dei sindacati (che non dovrebbero entrarci niente con la politica). Ma loro, i sindacalisti, hanno sfruttato ben bene i lavoratori per ottenere vantaggi personali e naturalmente stipendi altissimi. Vedi Bertinotti (ex presidente della Camera), vedi Marini (ex presidente del Senato), vedi Del Turco (ex presidente della Regione Abruzzo) e tanti altri. Tutti sindacalisti che, guarda caso, si sono ritrovati dall'altra parte della barricata. Una volta i sindacalisti litigavano con i governi politici. Oggi ne fanno parte.
La vicenda Alitalia ne è un'altra testimonianza.
Per il bene di noi tutti lavoratori auguriamoci che presto i sindacati spariscano dall'Italia. Paghiamo ancora le conseguenze economiche dei loro interessi privati.
Saluti :D
Berlosconi ha usato l'Alitalia per fini elettorali con cinismo e spregiudicatezza.I piloti ,tutto il personale Alitalia,è felice che la trattativa sia fallita,sono i diretti interessati ,sanno bene come stanno le cose ,hai mai visto lavoratori così felici che la FAMOSA CORDATA di Berlusconi si fosse levata di torno,sono pronti ad affrontare tutto ,perchè questa cordata era trufaldina e non garantiva proprio niente.Vedrai Rubino,anche la spazzatura di Napoli svelerà prima o poi le connivenze tra CAMORRA e BERLUSCONI.Adesso l'ITALIA è in ginocchio in quanto moralità,valori costituzionali,democrazia ecc,ma gli italiani onesti torneranno,tuo malgrado
Varrilena,esistono anche i sindacati AUTONOMI,non si capisce bene di quale idea politica tu sia il portavoce,parla chiaro.Ilavoratori di Alitalia non volevano che i sindacati firmassero ,hai seguito tutto? La grande riforma sociale in favore dei lavoratori voluta da MUSSOLIN (lo dici tu BOH)che fine ha fatto durante la sua DITTATURA? No VLERIANA al nostro IMMACOLATO PREMIER questa volta non è riuscito il colpo GROSSO.
Perfettamente d'accordo con l'ultimo intervento,ho visto tutti i TG,mi ha colpito la felicità del personale Alitalia,all'annuncio che la CAI era uscita di scena,e che molti sindacati non avessero firmato.PERCHè TUTTI COMPATTI ERANO FELICI?Sarebbe il caso di chiedercelo.dimenticavo,molti nelle interviste hanno dichiarato di aver votato il GRANDE BERLUSCONI...MEDITATE GENTE
credo personalmente che non sia stata presa una giusta decisione ne dal governo quanto meno dai sindacati.
la soluzione migliore a mio parere sarebbe stata la nazionalizzazione completa della compagnia(doveva diventare proprietà dello stato italiano)
Berlusconi ha fatto i suoi interessi dando possibilità agli imprenditori di spicco della finanza italiana di fare un "affare", i sindacati per non far sembrare che stessero dalla parte di Berlusconi hanno mandato tutto all'aria e rischiano di mandare a casa non più i tremila persone; quelle previste dal piano esuberi e che comunque sarebbero state riassorbite in parte da air one e in parte avrebbero ricevuto sostegni statali, ma ventimila... credo che questa non sia la linea di condotta di un sindacato che dovrebbe difende i diritti dei lavoratori e non essere causa del loro licenziamento.
Stefano V°B "Da Vinci"
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