Accompagnavo un ragazzo molto depresso. Non capivo perchè lo fosse. Aveva tutto quello che possiamo desiderare. Molto ricco, istruito, simpatico, socievole, carino (anzi bello). Aveva anche la porche. Lo accompagnavo nel solo luogo che conoscevo dove la depressione potesse passare: davanti a Gesù. Lì (eravamo a Rimini in un raduno nazionale di un movimento cristiano), durante la preghiera, abbiamo visto un ragazzo di 16 anni sulla sedia a rotelle. Muoveva a fatica le mani e la testa. Era paraplegico a seguito di un incidente stradale. La gente in quel momento cantava, saltava e ballava per lodare Dio. Il depresso era fermo accanto a me. Il ragazzino era fermo sulla sedia. Ma poi lo guardammo più attentamente. Non era fermo. Muoveva le dita a tempo di musica e la testa da una parte all'altra. Cantava a squarciagola e ringraziava Gesù.
Era felice!
Fu una bella lezione, per me e per il depresso che accompagnavo. Avevamo scoperto dove è di casa la felicità: nel cuore di Dio che ci ama a prescindere di come siamo. Il depresso, con tutto quello che aveva avuto dalla vita, era disorientato e niente più gli dava la gioia di vivere (aveva provato anche con alcool e droga). Il ragazzino paraplegico non aveva più niente dalla vita, solo una sedia a rotelle ed una profonda fede in Colui che riesce a dare significato, senso e felicità alla nostra vita: Gesù Cristo. Ed aveva tutto!
3 dic 2007
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6 commenti:
Ecco..un pò di tenerezza. Intelligentemente. Veramente dovrebbe essere sempre così ma ci sarebbe il rischio noia . L'esperienza personale è importante , vale sempre anche se narrata come parabola . Anch'io ho conosciuto diversi depressi, ricchi, poveri ,belli, brutti,.. di ogni età, come sa la depressione è una malattia. Ed ho conosciuto molti diversamente abili, ma veramente abili, uno di loro mio amico. da ragazzo stilava i programmi per le assemble nazionali del manifesto aveva una sua fede politica e una sua spiritualità.
Quando si incontrano due persone "ferite" dalla vita si comprendono e sanno capirsi facilmente. anche se uno è un prete e l'altro un ateo. Ma questo può valere, a questo punto di permanenza su questo pianeta martoriato, per tutti. comunicare e con umiltà rispettarsi.
INSONNIA: perchè il Papa non va in Congo? Perchè se c'è l'inquinamento che c'è si continuano a fabbricare automobili e dare gli incentivi? Perchè viene censurata la foto di un sesso sulla copertina di un giornale e si pubblicano quelle che ritraggono l'uso di droga? ecc. ecc.
N.
bè...un intervento davvero degno di un buon commento...
anch'io nella mia esperienza scout ho avuto occasione di conoscere molte persone "diversamente abili",barboni,anziani,orfani...portare
la gioia,e vedere le persone felici per le attenzioni ricevute riempie il
cuore davvero di felicità...
mi ricordo di un ragazzo disabile,chiuso,senza amici...ho avuto l'occasione di essere il suo capo per 2 anni...quest'anno non ha ricominciato gli scout.allora abbiamo chiamato a casa e abbiamo chiesto alla madre se la colpa era stata nostra,se noi nn abbiamo saputo stimolarlo...e invece la risposta della madre è stata semplicemente che gli scout sono stati quelli che lo hanno.."sbloccato"...ora,che è diventato piu aperto,piu loquace,con tanti amici ha preferito lasciare gli scout per poter uscire il sabato poeriggio...ed è stata questa la gioia piu grande:aver reso un ragazzo cosciente che ognuno di noi
ha i propri talenti!!!
valerio
si può essere felici pur essendo menomati. Dio c'entra ben poco. Un caso simile sarebbe potuto succedere benissimo a una delle tante feste dell'unità. Non diamo troppi meriti a un essere di dubbia natura. Altrimenti non saremo tanto diversi dagli uomini primitivi. Un fulmine! Dio. Troppo facile.
Io non vedo nessun collegamento con Dio in questa vicenda. Vedo, più che altro, la naturale contentezza di una mente aperta che sà apprezzare il calore umano e ciò che ne deriva senza apporre clichè e targhette a ciò che lo circonda.
Comunque mi spiace per il ragazzo che accompagnava, gli dica che se tanto ne è schifato, la porsche può darla a me ;-)
se ricordo bene era aristotele che lo disse. Se si aveva una malattia in questo caso una diversa condizione di vita se poteva sopravvivere mentalmente alla nuova condizione accettandola come una nuova natura,
dio può far ben poco (per non dire nulla) per alleviare le sofferenze di qualcuno che non ha più un'esistenza
quanto sei lontano dalla verità. sono addolorato per te.
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