...i laici devono distinguersi dai laicisti.
Nel vocabolario corrente, laico è chi non crede, laicista è colui che crede che chi crede non abbia alcuna ragione per credere. Non è uno scioglilingua. Il laico non appoggia la propria concezione del mondo su una fede rivelata; il laicista ritiene che qualunque fede rivelata non abbia senso, se non banalmente privato, come un tic o un vizietto.
L'uno non crede, o non riesce a credere, ma riconosce che la fede è una dimensione dell'esperienza umana che svolge una propria funzione, ad esempio il conferimento di senso alla vita, l'attribuzione all'uomo di un ruolo nel mondo, l'interpretazione del male.
L'altro, il laicista, nega questa dimensione: la fede per lui è un'illusione o un fraintendimento o uno scacco alla ragione. Per sostenere la propria posizione, il laicista usa un'arma che ritiene micidiale, quella delle prove. "Che prove hai del tuo Dio?", chiede. "Lo hai forse visto? Ci hai parlato? Un amico fidato lo ha incontrato?" Ma basta rifletterci per capire che questa non è un'arma, bensì un boomerang. "Che prove hai dell'amore per tua moglie? Lo ripeti a te stesso? Lei ti risponde? Lo confermano tutti?" Un'esperienza quotidiana come questa fa capire che non tutte "le prove" si riducono a osservazioni, a calcoli, a misurazioni, a ragionamenti.
Nella vita degli uomini ci sono i sentimenti, le emozioni, la passione, il senso interno, l'esaltazione, lo sgomento, la certezza morale. Sono prove anch'esse. Se il laicista non le avverte lo si può compatire, ma se non le avverte e le nega, allora c'è da misurarsi con lui e sconfiggerlo, perchè provoca danni.
Il laicista infatti non è solo sordo e cieco. Negando il diritto alla fede o deridendola come residuo mitologico, il laicista è supponente e tracotante: vuole imporre il suo punto di vista, vuole avere il monopolio della verità.
Dice di seguire Galileo, ma di Galileo non capisce neppure la distinzione ( e talvolta la contrapposizione) tra verità di fede e verità di scienza. Per questo il laicista è antireligioso e soprattutto anticristiano....
... C'è oggi in Italia e in Europa una domanda sempre più diffusa di identità. La paura dell'Islam, colpevolmente nascosta, e lo smarrimento di fronte alle pratiche bioetiche, deplorevolmente trascurato, le alimentano.
Chi siamo noi? In che cosa crediamo? Quali diritti abbiamo e riconosciamo? Anche quelli di ospitare gli intolleranti? Anche quello di praticare l'aborto eugentico? Anche quello di nascondere e violare i valori della nostra tradizione?
A questo bisogno di identità si lega la rinascita del fenomeno religioso: è la richiesta, dapprima smarrita, poi confusa, infine esplicita, di fondamenti, di basi solide, insomma di fede.
Per merito suo e per bisogno altrui, Benedetto XVI è interprete illuminato di questa nuova domanda di religiosità e di identità. La gente lo sente, e accorre intorno a lui.
La politica invece sente poco o nulla...
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