10 set 2008

VERITA' E RELATIVISMO

Gli educatori hanno rinunciato alla verità.
In nome di una mal compresa libertà hanno rinunciato a conoscere e a portare la verità.
In nome di un peloso e falso rispetto per l'altro hanno rinunciato alla verità.
I genitori, spesso per giustificare anche la propria mala condotta, sorvolano sulla condotta dei propri figli ed anzi sono portati a giustificarli in tutto e per tutto, attribuendo la colpa delle cattive azioni dei propri figli sempre agli altri (amici, professori, ecc).
I professori, in nome di un distorto senso della democrazia (nell'educazione non ci dovrebbe essere spazio per la democrazia), tollerano ogni cosa dagli alunni. Tollerano persino che non studino.
Tutti diventano opinionisti e parlano di ogni argomento sfoggiando una tale ignoranza, banalità ed idiozia che suscitano tristezza al cor di chi sa.
Ed anche nelle aule di un liceo spesso si assiste a dibattiti da bar dello sport, incoraggiati da docenti sessantottini abituati a ragionare a suon di slogan e di nulla.
Ed ecco che il relativismo culturale ed etico sono diventati il terreno fertile di una crisi sociale e dei costumi senza precedenti.
La ricerca della verità è certamente faticosa.
La trasmissione della verità lo è ancor di più.
Ma questo è il ruolo degli educatori: insegnare e testimoiniare la Verità. Dire con fermezza che esiste il Giusto ed esiste l'Errore, che esiste il Bene ed esiste il Male. Non c'è terreno neutro, non ci sono punti di vista differenti. Esistono degli assoluti che devono diventare la nostra stella polare nell'orientamento della vita!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A me pare che il prospettivismo tuttavia non determini necessariamente l'assenza di valori,si può rifiutare di vedere il mondo sotto categorie assolute eppure agire secondo morali,anch'esse non definite in modo assoluto.

Francesco 5B

robertorubino ha detto...

il relativismo etico E' di fatto assenza di valori. I valori o sono ASSOLUTI o non hanno alcun significato

Anonimo ha detto...

non sono d'accordo, credo esista un metodo alternativo per l'assunzione dei valori: c'è il metodo che per accoglierli come tali li vuole necessariamente assoluti,ingenerati,e c'è il metodo che li crea a partire da una dialettica umana e comune tra diverse prospettive.
E al di là di una critica storica al primo modo,io personalmente mi riconosco nel secondo metodo,credo quindi che anche dei valori non ASSOLUTI,nel senso in cui li intende la cristianità, abbiano un loro significato proprio perhè scelti dall'uomo per l'uomo.
francesco 5b