L'aborto è la violazione del diritto più fondamentale e sacrosanto di tutti i diritti umani: il diritto alla vita, base della convivenza tra gli uomini, base della società. Nell'aborto si viola il "NON UCCIDERE", un assoluto inscritto nella natura umana e che appartiene alla grammatica comune dell'essere umano. Si tratta di un crimine contro la persona e la società, perpetrato, inoltre, contro esseri umani innocenti, deboli, indifesi. Legittimare la morte di un innocente per mezzo dell'aborto mina e distrugge, dunque, il fondamento stesso della società.
E' stata sconfitta la società basata sul bene comune, giacchè con l'aborto si sacrifica la vita di un essere umano a beni di valore inferiore.
E' stato sconfitto il medico che ha rinnegato il giuramento e il titolo più nobile della medicina: quello di difendere e salvare la vita umana (grazie a Dio in Italia sono veramente pochi i boia dal camice bianco ndr).
Sono stati sconfitti i legislatori e lo stato di diritto che ha rinunciato a difendere la vita umana. Lo Stato, invece di intervenire, secondo la sua missione, per difendere l'innocente in pericolo, impedendo la sua morte e assicurando, con mezzi adeguati, la sua esistenza e la sua crescita, con le sue leggi permissive contro la vita umana, com'è l'aborto legale, sta autorizzando di fatto, la violazione di un diritto fondamentale e l'esecuzione di sentenze di morte ingiuste, senza che il morituro possa difendersi.
Il tema dell'aborto è decisivo, più importante di altri problemi, perchè segna la frattura fra l'uomo e la società, cosa che non era mai avvenuta prima.
Presto l'umanità se ne vergognerà, come si vergogna della schivitù o di genocidi ancora a noi tanto vicini.
Sono parole di Antonio Canizares LLovera, arcivescovo di Toledo e Primate di Spagna.
Ho scritto in rosso questo post per ricordare ai moderni schiavisti e nazisti della cultura abortista il sangue innocente versato ogni giorno.