Ma quale progresso...!
Aborto farmacologico a Parma. Uno su dieci non va a buon fine
“E’ molto importante che le donne sappiano che l’aborto farmacologico è un processo più impegnativo di quello chirurgico. Anche solo in termini di tempo e di ospedalizzazione. Chi sceglie l’ ABORTO tramite raschiamento viene in ospedale di mattina, subisce l’i ntervento in regime di day hospital e verso le due di pomeriggio può andare a casa. La somministrazione della Ru486 è invece un percorso a tappe, la donna deve venire in ospedale tre o anche quattro volte." "Il primo giorno la donna viene in ospedale e fa un’ecografia, vediamo se ci sono i criteri di inclusione perché l’aborto farmacologico è possibile solo entro il 49esimo giorno di gravidanza. Si fa l’anamnesi, si compilano certificati come il consenso informato e il trattamento dei dati personali. A questo punto, parte l’iter del servizio farmaceutico del Maggiore per far arrivare il farmaco da Parigi, visto che in Italia non è disponibile. Ci mette 3 o 4 giorni ad arrivare. La donna torna in ospedale, fa un prelievo di sangue e prende un confetto di mifepristone. Quindi torna a casa e aspetta due giorni: in questo lasso di tempo il farmaco dovrebbe interrompere la gravidanza. La donna torna all’ospedale dove le vengono somministrate due compresse di misoprostolo, un medicinale che favorisce le contrazioni dell’utero per l’espulsione di eventuale materia embrionale rimasta. Si rimane in osservazione tre ore, quindi dopo 14 giorni bisogna tornare in ospedale per verificare la completezza dell’interruzione di gravidanza e le condizioni di salute”.
Ora, quale è il vantaggio per le donne, per la salute... ?
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Aborto farmacologico a Parma. Uno su dieci non va a buon fine
“E’ molto importante che le donne sappiano che l’aborto farmacologico è un processo più impegnativo di quello chirurgico. Anche solo in termini di tempo e di ospedalizzazione. Chi sceglie l’ ABORTO tramite raschiamento viene in ospedale di mattina, subisce l’i ntervento in regime di day hospital e verso le due di pomeriggio può andare a casa. La somministrazione della Ru486 è invece un percorso a tappe, la donna deve venire in ospedale tre o anche quattro volte." "Il primo giorno la donna viene in ospedale e fa un’ecografia, vediamo se ci sono i criteri di inclusione perché l’aborto farmacologico è possibile solo entro il 49esimo giorno di gravidanza. Si fa l’anamnesi, si compilano certificati come il consenso informato e il trattamento dei dati personali. A questo punto, parte l’iter del servizio farmaceutico del Maggiore per far arrivare il farmaco da Parigi, visto che in Italia non è disponibile. Ci mette 3 o 4 giorni ad arrivare. La donna torna in ospedale, fa un prelievo di sangue e prende un confetto di mifepristone. Quindi torna a casa e aspetta due giorni: in questo lasso di tempo il farmaco dovrebbe interrompere la gravidanza. La donna torna all’ospedale dove le vengono somministrate due compresse di misoprostolo, un medicinale che favorisce le contrazioni dell’utero per l’espulsione di eventuale materia embrionale rimasta. Si rimane in osservazione tre ore, quindi dopo 14 giorni bisogna tornare in ospedale per verificare la completezza dell’interruzione di gravidanza e le condizioni di salute”.
Ora, quale è il vantaggio per le donne, per la salute... ?
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3 commenti:
...e quindi????
valerio
E quindi i soliti assassini la hanno introdotta in Italia fregandose di uccidere bambini innocenti e donne superficiali ed ingenue. E il popolo bue applaude!
professò il popolo applaude è ovvio...viviamo negli aspetti piu bassi della civiltà..con questa pillola è come dire concediamo a tutti ciò che si vuole...un esempio lo è per le brave ragazze sulla strada che da ora in poi visto che ormai abortire è diventato un giochino per bambini lo adotteranno come metodo efficace...eh certo d altronde se c ritroviamo tutti questi è grazie al nostro amato prodi(grazie).......alunna 5I
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