Sto per postare un lungo articolo di un malato di SLA che non vuole l’eutanasia (che ormai è argomento di discussione all’estero, così come il suicidio assistito sta arrivando dappertutto). Ma soprattutto dice che non c’è dignità nel morire con un’iniezione. E questo smaschera un punto fondamentale.
Già, perché oggi l’eutanasia viene spacciata come una “morte con dignità”, senza spiegare cosa sia la dignità, e soprattutto facendo passare l’idea che vivere dipendendo in tutto dagli altri è non dignitoso. Ma morire lentamente è non-dignitoso? Può essere duro, doloroso e stressante, ma certo non fa perdere la dignità umana. Invece passa proprio questo: che la dignità umana ce l’ha solo chi è autonomo. e allora capiamo come chi afferma che neonati e disabili non sono persone, non è una mosca bianca ma solo l’avanguardia di un pensiero che racchiude l’essere umani in certe caratteristiche: nobilissime certo, ma che non descrivono TUTTO l’umano.
Anche una persona in coma non ha perso la sua dignità umana e farla morire (se non è già presente un processo irreversibile di malattia mortale) non è una “morte dignitosa”, è morte e basta.
D’altronde inquieta vedere la clemenza di certe sentenze giudiziarie in cui un familiare ha ucciso un parente disabile, come nel processo d’appello per la madre francese che ha annegato la figlia gravemente disabile, e che era stata condannata a 3 anni con la condizionale. Il primo grado di giudizio era stato preso male da vari disabili che temono che passi l’idea che uccidere un grave disabile è meno grave che uccidere un' altra persona. NB: ai genitori era stato proposto di istituzionalizzare la figlia (di 26 anni ) ma avevano rifiutato, “temendo maltrattamenti”. E gli anni in appello sono diventati due, con la condizionale. Ovviamente va tutta la comprensione alla sofferenza di genitori che per anni combattono contro le difficoltà di seguire un figlio gravissimo. Ma non verrà interpretata questa sentenza come un’apertura all’abbandono del disabile? e non sarà un ulteriore via libera per gli Stati per disinteressarsi di chi è gravemente malato e delle loro famiglie?
Ricorderemo anche l’altro caso del marito che aveva ucciso la moglie con Alzheimer a fucilate e che ha avuto un solo anno con la condizionale, e il caso dei genitori che hanno portato in Svizzera il figlio verso il suicidio assistito e non sono stati neanche incriminati.
Comunque è vero che la disabilità è sempre meno sinonimo di persona, se vediamo come viene mal-curata la persona disabile, fermandosi alla sua disabilità e non riuscendo per un qualche blocco interessarsi della sua malattia. Ad esempio gli anziani depressi, rivela uno studio, non sono trattati a dovere. Solo il 10% viene mandato da uno specialista contro il 50% dei depressi più giovani. E sono tanti. Ci si stupisce che poi qualcuno chieda di morire? Ma anche le persone con ritardo mentale sono mal curate rispetto aglialtri, denuncia il Telegraph. E siccome va a chiedere il suicidio assistito gente che non è in fin di vita, ci domandiamo se un domani bloccare un suicida dal suo tentativo di farla finita, invece di un’opera meritoria e talora eroica, costituirà reato. I pompieri e la polizia stiano in guardia.
3 commenti:
"Anche una persona in coma non ha perso la sua dignità umana e farla morire (se non è già presente un processo irreversibile di malattia mortale)..."
Se non è già presente un processo di malattia mortale.. COSA CAMBIA DALL'EUTANASIA?! Che dorme? Che non riesce a comunicare bene? Che non funziona più il cervello?
Anche lei ora mi cade nel valutare la vita su parametri di efficienza?
Andrea R.
Infatti per me l'eutanasia è solo un brutale assassinio!
Tra parentesi esclude dall'affermazione in difesa della vita i pazienti in coma con "processo irreversibile di malattia mortale".
"Anche una persona in coma non ha perso la sua dignità umana e farla morire (se non è già presente un processo irreversibile di malattia mortale) non è una “morte dignitosa”, è morte e basta".
Andrea R.
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