8 ott 2007

l'aborto è un abominio

"Uccidere bambini "in erba" è una conquista per la donna e segno di civiltà".

Da questo manifesto culturale e politico è evidente come l'Italia abbia rinnegato il Fascismo e sia diventata culla di civiltà.

E' incivile riteneri i negri omuncoli e inferiori;

è incivile attribuire agli ebrei tutte le responsabilità di degrado morale;

è incivile dividere l'umanità in razze differenti;

è incivile discrimanare le donne, gli omosessuali, le minoranze.

E' civilissimo massacrare bambini, purchè non si vedano, purchè stiano nel buoio di una pancia, purchè i loro occhi non ci guardino dritto nel cuore e ci chiedano: "ma che ti ho fatto di male?".

La legge 194/78 (legge per uccidere i nascituri) è l'apoteosi della pelosa e disgustosa ipocrisia criminale che trasforma un autentico delitto in diritto.

Un esempio di ipocrisia:

qualche mese fa in un ospedale toscano, alcuni assassini travestiti da medici (che cosa mai curerà un ginecologo abortista?) hanno tentato di massacrare un bambino nella pancia di sua madre (mandante dell'omicidio). Non ci sono riusciti (grazie a Dio erano anche dei somari). Il bambino è uscito dalla pancia vivo, gravemente ferito, ma vivo. Gli stessi medici hanno dovuto a quel punto accanirsi sul bambino per salvargli la vita. Già, uscito da una pancia era diventato automaticamente un bambino da salvare e non un ammasso di cellule da uccidere. Che coerenza etica!

Ma l'applicazione della legge 194 diventa ancora più spietata per il fatto che considera il bambino malato inferiore al bambino sano. Infatti laddove un bambino sano non può essere toccato dopo il terzo mese di vita, un bambino non troppo sano può tranquillamente essere massacrato. Conta di meno. Anzi, non conta affatto.

Hitler, nel Mein Kampf, non si era spinto così in là. Era stato molto più moderato, invitando i tedeschi che avessero malattie genetiche ereditarie ad astenersi dal procreare.

Nella civilissima Italia post-fascista nessuno mai si azzarderebbe a dire ad un libero cittadino "non procreare". No. Sarebbe una barbarie, una discriminazione. Tanto il bambino, se non è sano, lo uccidiamo.

Un altro esempio:

qualche settimana fa due gemelli vivevano nella pancia di una donna (madre?) e si preparavano a nascere, a scoprire il mondo, ad essere amati, a dare un contributo alla storia dell'umanità.

Si volevano bene i due gemelli. Uno era forte e bello, l'altro un po' malato, ma bello lo stesso.

Giocavano i due gemelli. Ma la donna ne ha voluto eliminare uno (quello che la legge gli consente, il malato). Quella sera i gemelli giocavano a scambiarsi di posto, così, tanto per condividere anche gli spazi. Gli assassini travestiti da medici non se ne sono accorti (anche loro assai somari) ed hanno fatto fuori quello sano. Poi però hanno completato il lavoro.

La tragedia di una così grave discriminazione, la tragedia del sangue versato di due innocenti ha avuto questa eco nei civilissimi organi di informazione: "grave caso di malasanità a Milano". Come quando un medico sbaglia ad operare ed asporta il rene sano piuttosto che quello malato.

VIVA l'ITALIA dei tempi moderni.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

buona sera professore!
sono Letizia Terra,una delle sue nuove alunne del 3B.sono d'accordo con lei.anche io penso che sia una fonte di inciviltà uccidere un bambino solo perchè è insano;ciò non ci dà sicuramente il diritto di reputarlo inferiore a noi...probabilmente avrà solo una diversa percezione d vedere le cose...se in realtà fossimo noi quelli malati,o quelli diversi?anche quella persona,che noi reputiamo sfortunata solo perchè è diversa da noi,rimane pur sempre un essere umano ed è per questo che deve avere gli stessi diritti del resto della popolazione...specialmente se si tratta di un bambino,di un essere indifeso che non potrà mai ribellarsi a questa decisione che lo porterà alla morte contro la sua volontà...l'uomo "sano" non ha nessun diritto sulle altre vite...ha soltanto il dovere di aiutare,di dare una possibilità in più a chi sfortunatamente(sempre secondo la nostra visione delle cose)non ha le nostre stesse capacità fisiche e intellettive.
nel caso invece si tratti di un aborto riguardante un bambino "sano"...beh,penso sia meglio prevenire piuttosto che arrivare successivamente a condizioni drastiche...non siamo nessuno per poterci permettere di dar fine ad una vita che non ci appartiene.

la saluto dicendole che trovo questo blog molto interessante e che amo la filosofia...anche se effettivamente siamo solo all'inizio dell'anno!

Letizia Terra

robertorubino ha detto...

GRAZIE PER L'INCORAGGIAMENTO.
CONTINUA A SEGUIRE E LASCIA IL TUO CONTRIBUTO PER TUTTI.
Roberto Rubino

Anonimo ha detto...

Buon giorno professore
anche io come Letizia, faccio parte del 3B, sono Jacopo Camplone e come lei e la mia compagna concordo sul fatto che l'uccidere un bambino è qualcosa di inumano e bestiale. Come abbiamo spiegato nelle nostre lezioni, il bene ed il male assoluto non esistono, ma nei miei vari insegnamenti Cristiani, essendo io Cristiano Cattolico, che Dio ci ha dato il grande dono della vita e che NOI esseri umani non abbiamo alcun diritto di toglierla agli altri e/o a noi stessi. Sicuramente sono d'accordo sul fatto che il togliere la vita ad una persona, perchè fino a prova contraria una persona, bambino o adulto, sano o insano che sia, è una persona non ci si può neanche arrivare a pensare. I medici spesso coinvolti dicono che sia un bene...ma un bene di cosa? Come puoi tu, essere umano uguale a tutti gli altri, dire che sia un bene ammazzare un bambino? Io penso che questi episodi facciano riflettere non solo sul fatto di quanto gli italiani e non solo a che punto di degrado mentale e psicologico siano arrivati ma anche a quale grado di superiorità l'essere umano si sopraeleva per dire "Tu devi morire..."

Saluto cordialmente professore concludendo con un aggettivo "interessante" a questo blog visto che trovarne di tale in giro è difficile.

Jacopo Camplone

robertorubino ha detto...

grazie jacopo per il tuo contributo. Sono felice che ragazzi così giovani abbiano idee forti e coraggiose, sicuramente contro corrente nello squallore dei tempi moderni in cui viviamo.
Una sola precisazione:
nelle nostre lezioni ho solo lanciato una provocazione quando vi ho fatto ragionare su come va la vita se, e solo se, il Bene non esistresse come valore assoluto.
Il Bene esiste eccome e si chiama Gesù Cristo, ma il fatto è che gli uomini arroganti e presuntuosi non lo vogliono riconoscere. A presto
Roberto Rubino

Anonimo ha detto...

Salve professore sono Elisabetta del 5 f.Non bisogna generalizzare su un argomento così intimo,delicato e soprattutto femminile.Lei non puo' capire che percorso doloroso una donna intraprenda prima di maturare tale decisione.Credo, anzi sono sicura che nessuna donna si svegli la mattina e decida di abortire.Chissa' quante sofferenze,quanti ripensamenti,quante incertezze prima di prendere questa decisione.Magari donne o peggio bambine sviluppate un po' troppo presto sono state vittime di violenze sessuali.Portare dentro di sè il frutto della violenza deve essere una tortura ke nessuna dovrebbe sopportare. Un semplice movimento di quella creatura,il battito del suo cuore, diventano pugni e calci .La nascita di un bambino deve essere un evento felice non frutto di altro dolore.Anche se devo ammettere che vi sara' un che di glorioso nel chiudere dentro il proprio corpo un'altra vita,nel sapersi due anziche' uno.Prima di pensare se l'aborto sia giusto o meno evitiamo che le persone che sono gia' su questa terra subiscano violenze .La donna oltre a subire violenze ed abusi è costretta ad avere un bel corpo per nascondere la propria intelligenza ,deve temere d'essere violentata nel buio di una strada.
Capisco che oramai certi argomenti diano quasi noia perche' sentiti e risentiti,per questo motivo concludo che questa societa' è fatta dagli UOMINI per gli UOMINI.


La saluto e aspetto il giro in barca che ha promesso alla classe!!!


Elisabetta

robertorubino ha detto...

sono d'accordo con te naturalmente nel condannare la violenza e soprattutto verso i più deboli. ma tu commetti due errori concettuali:
1)la difesa della vita non è questione femminile o maschile, il bambino non appartiene alla donna, non è parte della donna. è autonomo, è persona, dunque nessuno dovrebbe arrogarsi l'autorità di massacrarlo
2) non si risolve la violenza subita con la violenza provocata. si aggiungerebbe un dramma ad un altro dramma e due innocenti sarebbero le vittime, prima la madre e poi il figlio

Anonimo ha detto...

Viene spontaneo chiedere a questi ragazzi che si dichiarano contro l'aborto cosa farebbero nel caso in cui scoprissero di aspettare un figlio pur non avendo ancora terminato il liceo...
Nonostante tutta la passione che mettono nel professare i loro ideali, credo che anche loro avrebbero i loro dubbi e le loro esitazioni...
La nascita di un figlio stravolge innegabilmente la vita dei genitori ed alcuni di noi potrebebro non essere pronti o non essere propensi ad accettare cambiamenti così radicali.
Credo che un figlio debba essere il frutto di una scelta consapevole.

robertorubino ha detto...

SONO D'ACCORDO. I FIGLI SONO IL FRUTTO DELL'AMORE E DEL MATRIMONIO.
DEVONO ESSESRE VOLUTI. MA MAI E POI MAI PUò ESSERE USATO L'ABORTO COME CONTRACCEZIONE ESTREMA.
NELLA PEGGIORE DELLE IPOTESI SI Dà IN ADOZIONE UN FIGLIO, NON LO SI UCCIDE. NON SI FA SCONTARE AD UN INNOCENTE L'ERRORE DEI GENITORI. SAREBBE UNA SOLUZIONE CHE STRIDE CON LE PIù ELEMENTARI REGOLE DELLA RAGIONE!
ROBERTO RUBINO

Anonimo ha detto...

1° parte

un professore di filosofia dovrebbe sapere bene che il bene e il male di una società sono regolati dal pensiero della maggioranza. non solo il bene e il male sono frutto di determinati eventi nella storia di un popolo dell'educazione che esso ha avuto. condannare una legge dicendo che è ingiusta non giustifica il suo opposto.
Inoltre non possiamo permetterci di dire il mio modo di pensare è giusto ed è questo, e tu che non sei del mio sbagli.

il pensiero DIPENDE dalle esperienze delle singole persone.

le esperienze non sono giuste o sbagliate.

2° parte:

il cristiano ha la verità è DIO ma quella e la verità che lui ha scelto? o la verità in quanto verità?

Palese è che la verità non viene per tutti dalla stessa fonte e cose diverse possono portare a verità diverse.

3° parte

la natura ha creato l'uomo e tutti gli altri esseri dandogli una sola regola: il più forte sopravvive.

questa regola non scritta e nascosta nei meandri + scomodi della nostra mente è presente tuttoggi.

io la semplifico così: il "diritto alla vita" lo guadagni se dimostri che la tua esistenza non è un peso per la società.


(che parta ora, la critica)

robertorubino ha detto...

RISPOSTA ALLA PRIMA PARTE:
Se l'etica è relativa alla esperienza di ciascuno (e l'esperienza non è nè buona nè cattiva) nessuno si azzardi più a condannare il nazismo, l'olocausto, il comunismo, l'aborto, la pedofilia, e potrei continuare.
Forse esistono dei diritti inalienabili che oltrepassano la storia dei popoli e li attraversano. E il diritto alla vita è uno di questi!
SECONDA PARTE:
il cattolicesimo non è la mia verità ma la verità assoluta.
Non hanno colpa coloro che sono stati educati da altre false verità. Proprio per questo il compito di ciascuno di noi ( enon solo dei preti) è quello di evangelizzare.
TERZA PARTE:
la necessaria conclusione del tuo ragionamento è proprio la legge del più forte. E' ciò che accade oggi. Ma noi la contrastiamo perchè prevalga la legge dell'amore (che alla fine non è la legge del più forte ma è LA LEGGE PIU' FORTE)

Anonimo ha detto...

1) il diritto è un diritto naturale ma lo è per la tendenza di ogni essere all'autoconservazione. non è una legge innata che ci viene data da dio, è la volontà di vivere è ciò spinge le persone ad essere sempre più forti per poter avere sempre più probabilità di sopravvivenza.

2) su questo non c'è più nulla da dire: partire dal dire che il cattolicesimo è la verità esclude ogni discorso.

Io non conosco la verità non pretendo di arrivare a conoscerla e non mi è necessario ne è un mio obbiettivo raggiungerla.

come me potrebbero fare in molti. rinunciare alle proprie verità per creare una vita comune dove tutti abbraccino l'ideale di una vita felice non sarebbe poi così male per me.

3) caro professore lei dovrebbe sapere che i più forti fanno le leggi. le leggi sono farti dai + forti per interesse personale, per cambiare questo bisognerebbe essere più forti di questi ultimi e toglier loro il comando, tuttavia l'uomo tende a vedere le cose da un lato solo e quindi chi è al potere per quanto buono avrà sempre qualche sbaglio da riparare e qualcuno da tener lontano dal potere, questo tipo di governo potrebbe durare per 1, 2, al massimo 3 generazioni poi si verrà alla decentrallizzazione di questo potere e poi o rivoluzione o dittatura.

non cambierà nulla, non possiamo decidere per tutti, dobbiamo pensare per quel che possiamo far noi senza sperare che arrivino altri a supportarci.