16 mag 2008

SCIENZA E FEDE

" Il materialismo è privo di basi scientifiche e gli scenziati che lo difendono credono in realtà ad una superstizione. Il materialismo porta a negare la libertà e i valori morali, affermando che la morale sarebbe il risultato degli istinti materiali. Nega l'amore, che finisce per essere ridotto ad istinto sessuale. Per questo Popper ha detto che Freud è stato uno dei personaggi che ha arrecato più danni all'umanità nell'ultimo secolo. Popper ha anche comprovato che il metodo psicoanalitico di Freud non è scientifico, avendo lavorato per molti anni a Vienna in una clinica dove tale metodo veniva impiegato. In realtà sono molti gli scenziati non materialisti e credenti."
Sono parole scritte da John Cerew Eccles, premio nobel per neurofisiologia nel 1956 e coautore con Popper del saggio "l'io e il suo cervello". Sono parole di un grande uomo di scienza che ha compreso perfettamente che la scienza, senza fede, non va da nessuna parte.
Il riduzionismo scientifico, cominciato con il positivismo nell''800 e ripreso dalle correnti neopositiviste del '900, ha clamorosamente fallito. Aveva illuso l'umanità di essere onnipotente, di risolvere addirittura il problema della morte, di potere spiegare ogni cosa, ma ha miseramente fallito. Ed oggi nel panorama scientifico non c'è più posto per questi materialisti ed atei che hanno la presunzione di spiegare il mondo senza Dio.
Al contrario la vera scienza è quella che, non escludendo nessu riferimento spirituale e religioso, cerca di spiegare il mondo, nella consapevolezza dei limiti stessi dell'uomo.
Dunque nessun conflitto tra scienza e fede ma anzi una profonda collaborazione.
I più grandi scienziati della storia ce lo hanno insegnato che senza Dio non c'è risposta che tenga.
Per primo Aristotele, il medico - filosofo, che spiega il divenire del mondo con riferimento a dio, primo motore immobile.
Galilei, l'inventore della scienza moderna, il cui fine scientifico è stato quello di trovare le orme di Dio nella Creazione e contemplare l'opera matematica del Creatore.
Pascal, il grande matematico - filosofo, con il suo Dio, quello stesso di Abramo, Isacco e Giacobbe e con la "ragionevolezza del cristianesimo".
Cartesio, il matematico, con il suo Dio garante della verità.
Einstein, il più grande fisico del Novecento, afferma: "chi osserva l'universo e conosce le sue leggi non può non credere in Dio. Anzi, è proprio l'universo la prova inconfutabile dell'esistenza di Dio"
Berkley, Zichichi, Eccles e migliaia di ricercatori di livello mondiale, in ogni ramo della scienza, confermano che la vera scienza non può rinunciare a Dio.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Per fortuna nessuno degli scienziati da lei citati hanno fatto riferimenti specifici al dio del cristianesimo. C'è anche da dire che scienza e fede non potranno mai andare a braccetto efficacemente... Se fosse andata così sicuramente ci troveremmo molto più indietro visto che nessuno si sarebbe posto alcuni interrogativi perchè erano già, erroneamente, spiegati dalla fede.
Inoltre Galileo, come molti altri, non andò molto d'accordo con la chiesa...

Per quanto riguarda il fatto che razionalmente un dio esista non comporta assolutamente che sia il dio buono e misericordioso [seppur iracondo e vendicativo {vedi diluvio universale ecc. Ma non siamo qui a parlare di cristianesimo}]. Tanto è vero che il 90% di coloro che si professano atei affermano di credere in un "qualcosa di superiore", che però non è riconducibile a nessuno delle grandi e piccole religioni.

Red Joy

robertorubino ha detto...

Alcune precisazioni:
tra gli scenziati che ho citato io. credono nel Dio Gesù Cristo: Pascal, Galilei, Zichichi, Eccles.
Einstein nel Dio degli Ebrei, gli altri in un dio filosofico, inteso però non come essere superiore, ma come essere perfetto.
Gli atei sono quelli che non credono in nessun tipo di divinità. Lo dice la parola stessa a-teo, cioè senza-dio.

Anonimo ha detto...

C'è differenza tra definizione e definito...

Anonimo ha detto...

La passione per la scienza infatti nasce indiscriminatamente in cristiani, ebrei, animisti, atei...
Non credo che ci sia un nesso tra l'essere scienziato e l'essere ateo, per me scienza e fede possono convivere tranquillamente nella stessa persona.
Come diceva Red Joy, però, purtroppo a volte la Chiesa si è dimostrata un pò ostile al progredire della scienza.
Naturalmente non parlo degli ultimi anni, anni nei quali si mischia il dna umano con quello animale: qui è giusto che la chiesa dica la sua (poi a ognuno la scelta di approvare o meno, la scelta è soggettiva in campo etico/religioso).
Parlo ad esempio di galilei, anche se ultimamente non ci sono scontri forti come un tempo in campo scientifico, la chiesa sta pian piano recuperando l'arretratezza in cui è rimasta.

Damiano Ronca IV B

Anonimo ha detto...

Sa professore, questa è forse la questione più irrisolta che la mia coscienza si pone dinanzi. Io al momento non mi riconosco credente in una entità superiore. Mi affido alla facoltà di ritenere che qualcosa sia degna di essere creduta o meno a seguito dell'esperienza, e purtroppo la scienza fino ad adesso mi è sembrata avere la meglio (probabilmente grazie a quel riscontro pratico che la caratterizza) rispetto alla religione. Mi sorge tuttavia un interrogativo: se, come ha detto lei, la scienza senza la religione è cieca, come potrebbe un qualsivoglia individuo (non ateo, intendo NON RELIGIOSO)affidarsi ad essa? Eppur mi sembra che l'applicazione e lo studio di questa sortiscano lo stesso effetto in tutti gli uomini, religiosi e non. Il che mi fa giungere a due conclusioni: la prima è che Dio, misericordioso com'è, permette a tutti di giungere a questa conoscenza (che mi sembra giusto definire "certa"); la seconda invece è in contraddizione con la prima: la scienza è conoscibile, e porta alle stesse conoscenze tutti gli uomini, senza esseri superiori, buoni o cattivi che siano. La prego, professore, di chiarirmi il SUO punto di vista, dal momento che non riesco a venirne a capo se non nella misura in cui possiamo dire che la religione non c'entri nulla con i progressi finora compiuti dall'umanità intera.

Livio Silvetti IV B

Anonimo ha detto...

Per Livio: io non credo che nssun oggetto c'entri nulla con un 'altro oggetto;
ricordo a damiano che c'è una grandissima quantotà di fior fiore di storici che vede nella chiesa cristiana di alcuni periodi storici la principale causa del freno al progresso tecnologico umano. Non so cosa dire riguardo questa diatriba,ma dico con una certa sicurezza che nenache l'oppositore più accanito di questa tesi si potrebbe mai sognare di negarla totalmente,ossia deve almeno ammettere che la chiesa cristiana abbia avuto per certi versi e in certi periodi atteggiamenti altamente contro-producenti per il progresso dell'umanità;
magari ci possiamo esprimere meglio parlando degli uomini che compongono la chiesa e non la chiesa stessa,ma il discorso da un punto di vista non di parte,e quindi laico,risulta comunque controproducente per il bene dell umanità; certo si potrebbe ravvisare il bene umano in altro che il progresso,e su questo invece parlo personalmente mostrando il mio accordo,tuttavia comunque la si veda è veramente difficile cercare anche solo di comparare la vita delle masse nel medoevo e di quelle di oggi...da qui si capisce a pieno come si può sostenere che il bene sia il progresso per questo discorso.

francesco 4B

Anonimo ha detto...

e quindi la chiesa un elemento di ostacolo per il progresso e per il bene da lui portato,ciò senza voler minimamente identificare l'uno col secondo.

francesco 4 B

robertorubino ha detto...

Scienza e religione non sono nè in competizione nè in contrasto.
Semplicemente si occupano di cose differenti.
La scienza tenta di fornirci una spiegazione del mondo in cui viviamo. Lo fa secondo i suoi metodi (che cambiano sempre), secondo la ragione (che fa ciò che può). Trova soluzioni, che restano valide finchè altre soluzioni, altre teorie non sostituiscono quelle vecchie. Così di secolo in secolo abbiamo una lettura dell'universo sempre diversa.
La religione già possiede una sua verità assoluta. E' stata rivelata da Dio e dunque va accolta con fede o ignorata, ma mai discussa.
Dio ha scritto due grandi libri: il mondo e la Bibbia.
Il primo lo ha scritto con un linguaggio matematico e con tale linguaggio va interpretato e conosciuto. Questo è oggetto della scienza.
Il secondo lo ha scritto con un linguaggio naturale ed è oggetto di religione.
Mai bisognereb leggere la Bibbia per mezzo della scienza e il mondo per mezzo della religione. Ognuno legge il proprio libro.
Però, avendoli scritti entrambi Dio, è ovvio che la fede può illuminare la mente e renderla più acuta e robusta nella sua opera.
La fede è come il cannocchiale della ragione: gli permette di vedere più lontano, ma non si sostituisce ad essa.

Anonimo ha detto...

a) Io non conosco questo Eccles, ma dalle parole che ha riportato non sembra che dia grande adito alla fede. Piuttosto, alla morale.
La scienza senza morale è cieca (si veda lo scandalo delle clonazioni umani incrociate con animali), la scienza senza fede è... scienza. Dicendo questo però, ovviamente intendo la parola "materialismo" come mancanza di valori che prescindano da quelli terreni di denaro e prestigio.

b) Non è vero che si occupano di cose diverse: entrambe, con mezzi differenti, cercano di spiegare il mondo e l'uomo.

c) Personalmente condivido il punto di vista di Einstein: basta guardare quello che abbiamo intorno per credere in un'ENTITA' superiore. Ma che si chiami Dio o Allah o Ra, questo non lo sa Einstein e non lo so io, e non credo ci sia qualcuno che lo possa dare per scontato.

Detto questo, non credo che scienza e fede siano necessariamente slegate: POSSONO essere legate, in futuro potranno (magari) anche arrivare ad avere punti in comune. Ma vivono benissimo anche separate.
Non sono necessarie l'una all'altra.
L'unica cosa chè è necessaria ad entrambe è il rispetto dei VALORI UMANI. Poi la chiesa sceglierà di rispettare anche quelli CRISTIANI (che non necessariamente corrispondono agli umani). Ma da quello che vedo, capita di frequente che non rispetti nè gli uni nè gli altri.

Anonimo ha detto...

ops, non ho firmato!

Alessandra Brancone V C

Anonimo ha detto...

Capisco il forte senso di spiritualità che può offrire il "creato", ma voglio ricordare che tempo fa la fede era credere che i fulmini fossero le armi di un dio infuriato, la pioggia lacrime divine ed il fuoco portale verso il mondo divino. Ma adesso sappiamo benissimo che il fulmine è una scarica elettrica causata da una differenza di cariche, che la pioggia è la condensazione del vapore acqueo e che il fuoco non è altro che luce e materiali ad altissima temperatura.
Detto questo e ricordando che dovremmo imparare dalla storia per evitare gli errori del passato, mi sembra molto più razionale che ciò che non sappiamo deve essere scoperto, e non giustificato tramite figure superiori. Senza avere fretta di sapere, perchè si sa, la fretta porta mal consiglio.

Come in passato non si immaginava nemmeno di arrivare sulla luna in futuro credo scriveranno libri su come nel 2000 spiegassero ciò che non si comprendeva attribuendoli valore divino. Un pò come noi nei musei parliamo delle statuette che scacciano gli spiriti...
Vabbè, perdonate la sintassi terrificante ed il linguaggio ripetitivo, ma è una settimana d'inferno e a dir poco distruttiva.

Red Joy

robertorubino ha detto...

concordo pienamente con red e l'ho anche scritto in un commento su questo blog.
concordo con il fatto che la confusione nasce quando vogliamo spiegare il mondo con la fede e la Bibbia con la scienza.
No.
Anche se sono libri entrambi scritti da Dio (il creato e la bibbia) vanno letti con linguaggi differenti. Anzi, Dio stesso ci ha donato la rafione perchè noi fossimo in grado di spiegare e leggere la sua meravigliosa opera creatrice.
Dunque concordo sul fatto che deve essere la scienza a spiegare il mondo e la fede a leggere le sacre scritture.
Ma questo non significa che la scienza e la ragione non debbano essere illuminate dalla fede!